domenica 1 aprile 2012

Steve McCurry || MACRO - Roma [Il mio punto di vista]


Sono partito da casa, in direzione Roma, con un pensiero fisso. Quegli occhi verdi erano impressi nella mia testa; quello sguardo malinconico, quei colori così travolgenti li tenevo scolpiti dentro.
Eppure non avevo ancora avuto modo di "vederli" sul serio.
Era "La ragazza Afghana" - forse la fotografia di National Geographic più famosa di tutti i tempi - l'immagine a cui continuavo a pensare, ininterrottamente.

Quando proposi alla mia fidanzata di organizzare un viaggio per vedere le fotografie di Steve McCurry dal vivo, a Roma, lei fu subito entusiasta. Le piace assecondare le mie passioni. E' una ragazza straordinaria.
Erano già dei giorni che pensavo a quelle foto, a quei colori... ma da quando cominciò a prendere piede sul serio l'idea di poter andare a quella mostra, la mia mente fu come rapita.

Steve McCurry è uno dei più grandi fotografi viventi.
Forse IL più grande.
Io puntualizzerei...il più grande fotografo di tutti i tempi! Ma questa, probabilmente, è un'opinione che potrebbe far storcere il naso a qualcuno :)
Le foto di McCurry sono pura poesia. A volte dolce, delicata. A volte cruda, dolente.
Ma sempre poesia vera, reale... e una poesia dedicata sempre all'uomo.


Classe 1950, McCurry è considerato (a ragione) il maestro del colore.
Osservare una sua fotografia è come farsi un bagno in una tavolozza da pittore.
Grande viaggiatore, instancabile conoscitore di luoghi e culture, passa più tempo in giro per il mondo che a casa sua.
Un personaggio incredibile ed un grandissimo artista.



Ho osservato molto McCurry (e continuo a farlo). Ho sempre studiato attentamente le sue foto... le ho guardate e riguardate per provare a coglierne tutte le sfumature, i contrasti...per capire bene le sue composizioni.
Mi sono incantato difronte ai suoi ritratti, affascinato difronte alle sue foto di strada...
Ma ancora non avevo capito quante emozioni potessero regalare quegli scatti visti dal vivo, occhi contro carta...e non davanti al freddo monitor di un computer.
Quegli occhi verdi, visti dal vivo, ti entrano realmente dentro. Scavano nel profondo, fino a toccarti l'anima.
E' complicato da descrivere a parole. Ma posso assicurarvelo... è un'emozione unica.

La mostra al MACRO era organizzata in maniera veramente originale.
Una cosa unica. Credo senza precedenti. Dal grande valore artistico e con un quoziente di coinvolgimento veramente altissimo!



Fabio Novembre, designer di fama internazionale, ha pensato alla vita da nomade - associando subito quest'idea a McCurry ma anche e soprattutto a tutti (o quasi) i personaggi che Steve ha ritratto nel corso degli anni - ed ha seguito questa linea per l'allestimento delle sale espositive: non semplici foto appese al muro, ma un vero e proprio villaggio nomade con le sue capanne, nelle quali il fruitore è invitato ad entrare e nelle quali può perdersi, osservando gli scatti appesi alle lastre/muro e lasciandosi travolgere dai quei meravigliosi colori.

Visitare quella mostra è un viaggio. Come l'intera vita di McCurry.

Nell'allestimento non c'è un criterio spazio/temporale. Le foto non sono accostate per tema... o per genere...  ma per assonanza dei soggetti.
La visione d'insieme ne guadagna tantissimo.

Le foto esposte sono tante, tutte molto grandi... ma presi da quei colori, il viaggio in quel villaggio nomade sembra comunque troppo breve. Vorresti durasse molto di più e che, magari, il tutto si ripetesse in un loop infinito per poter godere ancora (e ancora) di quelle stupende immagini.


Tra la bellezza disarmante di alcuni ritratti di bambini, colti in giro per il mondo, ti ritrovi (quasi a metà percorso) proprio difronte a quegli occhi verdi.
Scoprire quanto sono penetranti, disarmanti, visti dal vivo è una cosa sconvolgente.
"La Ragazza Afghana" è un vero e proprio capolavoro. Quel verde, quel rosso... si abbracciano meravigliosamente, dandoti immediatamente un senso incredibile di armonia.
Il dettaglio spaventoso che quella fotografia offre e la pulizia incredibile di quello scatto (uno dei pochi senza "grana") , ti lasciano immediatamente a bocca aperta.
Dicevo "uno dei pochi senza grana" perchè moltissimi degli scatti in mostra erano pieni di "grana". Le grandi stampe (che, ovviamente, vanno osservate da lontano) ne soffrono...ed è normale.
Ma le fotografie non perdevano assolutamente il loro fascino! Anzi... semmai ne acquistavano di nuovo (e questa è l'ennesima dimostrazione di quanto farsi i problemi per aver catturato un'immagine a 3200iso che verrà inevitabilmente rumorosa, è solo una pippa mentale e nulla più! Una bella foto resta bella, anche se rumorosa).

Gli accostamenti di foto dedicate alla caduta delle Torri Gemelle a quelle di campi di battaglia in Kuwait, mettevano i brividi.
Le foto che descrivevano le usanze di popoli lontani, lasciavano esterrefatti.
Gli scorci umbri, gli angoli veneziani, le botteghe e gli abbracci romani... tutto meraviglioso.

Tantissime sono le fotografie di Steve McCurry che mi hanno lasciato a bocca aperta...credo l'abbiate capito.
Ma tra le tante quelle che mi hanno veramente impressionato sono queste due:



Immagini leggere...eppure potentissime. Immagini che raccontano culture lontane, incredibilmente affascinanti. Immagini che mostrano straordinarie composizioni e (soprattutto) dei meravigliosi colori.

A vederle dal vivo ti rapiscono... nel vero senso della parola. Rimani incantato da quella perfezione, da quei colori, da quei riflessi. Un turbinio di emozioni.
Foto perfette non solo tecnicamente...
E' lì che vedi l'occhio del grande fotografo... del grande artista.
E' lì che vedi l'occhio del PIU' GRANDE fotografo di tutti i tempi.
Ma, questa, potrebbe essere un'opinione che potrebbe far storcere il naso a molti...
Se però vedessero McCurry dal vivo, credetemi, non lo storcerebbero più! :)

3 commenti:

Cristina Insinga ha detto...

Bellissimo questo post, dove descrivi la mostra del grande McCurry (uno dei miei fotografi preferiti senza alcun dubbio), per un attimo mi è sembrato di essere lì a vedere quella mostra che era un vero e proprio viaggio.
Mi sarebbe piaciuto poter assistere a questa mostra, spero in futuro che ne facciano un'altra per poterci andare. :)

Unknown ha detto...

Nelle bolle concentriche sono stata ospite dei pensieri di McCurry, accanto a sconosciuti che restavano a guardare, dove io piangevo.
Senza dubbio una pietra miliare nella vita artistica di ogni appassionato di fotografia.
Descritta emozionalmente in modo superbo da te, amico.

Frankie S8un3no ha detto...

Grazie infinite! Sono contento che vi siano piaciute queste due parole che ho steso :D
La mostra è stato un capolavoro!
Cristina, quando ricapiterà l'occasione, ti consiglio vivamente di andare a vedere le foto di questo genio dal vivo!
E' un'esperienza unica!
Angela...sono certo che tu avresti saputo descrivere l'evento in maniera sicuramente più emozionale! Grazie di cuore! :)

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